ALL'OMBRA vis artis non vilis aqua sed vinum

ABBOMINEVOLI ABBINAMENTI

lunedì, settembre 15, 2008

POLVERE






Nel dicembre del 1952 nella sola Londra morirono oltre 5000 persone per infezioni polmonari. Occomemai? Per via del riscaldamento! Tutti usavano il carbone nei loro caminetti e stufe provocando una sorte di cappa formata da polveri sottili (mica tanto) che tutto avvolgeva. Qualsiasi tipo di combustione produce queste micro particelle che entrano nei bronchi e nei bronchioli provocando ogni sorte di infiammazioni all’apparato respiratorio. Le particelle più piccole sono addirittura in grado di entrare nel circolo ematico e da li non vanno più via. Nell’atmosfera di corpuscoli vari ve ne sono a iosa calcedonio. Il riscaldamento globale del clima provoca un aumento dell’evaporazione dei Sali di sodio contenuti nei mari. Questo fa si che la condensazione delle nubi aumenti provocando meno tornadi ma assai più violenti. Eppoi le automobili si muovono grazie ad una combustione interna, i pneumatici si consumano e quella leggerissima polverina dove va a finire? Nell’aria che respiriamo!
Ci sono anche polveri di origine minerale, utilissime. Uno studio dell’Università Ebraica di Gerusalemme ha scoperto quanto una zona del Sahara sia importante per l’Amazzonia. Ogni anno 40 milioni di tonnellate di polvere, proveniente dalla depressione (e ci credo!) di Bodélé, vicino al lago Ciad, raggiungono l’America fertilizzando la foresta amazzonica povera di sostanze nutrienti in ispece quelle minerali. Non solo, la polvere proveniente dal deserto del Gobi, Mongolia, finisce nell’oceano pacifico e fertilizza le acque e quindi favorisce il fitoplancton. Insomma tra polveri sottili, polveri così-così e polveroni si calcola che nell’atmosfere viaggino tra 1000 e 3000 miliardi di tonnellate di polvere. Alla Penna non vogliono essere da meno: buttano rifiuti organici nell’asfittico rigagnolo che ivi passa. Presto scomparsa l’acqua la montagna di merda, grazie all’azione del vento, in polvere si trasforma ed è tosto dispersa nei dintorni, dove in stentati orti si coltivano fagioli. Ed il ciclo si chiude!
Che ne sarà di noi? Ci può salvare un single malt, chessò un Caol Ila di vent’anni da assaporare con un toscano antica riserva, ci aiuteranno a riflettere sul nostro futuro. Prosit Pronobis!

1 Comments:

  • At 23/9/08 8:12 PM, Blogger maurino said…

    millenni per costruire attimi per distruggere.
    Per rimanere nel piccolo e in zona pensiamo che alla natura ci sono voluti qualche milione di anni per creare il bacino minerario di S.Barbara , con il suo lignite . L'uomo in poco più di 50 anni lo ha esauirto.
    Questo paragone merita certo una riflessione.
    Abbiamo la presunzione di adeguare questo pianeta a noi , invece è l'esatto contrario.

    ps: non vorrei sembrare scortese ma non mi sembra che nel borro del tasso scorra acqua di colonia o meglio champagne. MAGARI!!!!!!

     

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