ALL'OMBRA vis artis non vilis aqua sed vinum

ABBOMINEVOLI ABBINAMENTI

sabato, settembre 27, 2008

DEREK WALCOTT


Premio Nobel per la letteratura nel 1992, il grande poeta caraibico si interroga sul futuro del mondo. La sua ultima opera, intitolata OMEROS, si interroga sulla vita e sulla morte, sul dolore, sull’amore, sul futuro del mondo. E’ la poesia che può aiutarci aprendoci spiragli, lanciare sguardi in direzioni inaspettate, incoraggiarci ad una vita rispettosa della giustizia. Ed è quest’ultima che permette al pianeta la sopravvivenza. Non si tratta, come per gli eroi di Omero, di scendere in campo con lancia e spada ma di esercitare un’epica del quotidiano. Gli alberghi costruiti nei Caraibi sono pieni di turisti bianchi ed i neri fanno i camerieri. Le carceri americane sono popolate perlopiù da persone di colore anche se nella società sono in minoranza. Il colonialismo esiste ancora! Allora è la poesia che può illuminare. In queste isole caraibiche tutto è fondato sulla natura: è il senso della sua gratitudine e della religiosità che impregna ogni giorno. Le cose importanti sono ancora l’alba ed il tramonto. Possiamo ben capire che la poesia ci salverà l’anima! Un brindisi al grande Derek! Con rum delle Antille, obviously
Per i pennaioli, il mio tenero (per ora!) cuore, trascrive due poesie del grande poeta.

ARCIPELAGHI

Alla fine di questa frase, comincerà la pioggia.
All’orlo della pioggia una vela.

Lenta la vela perderà di vista le isole,
in una foschia se ne andrà la fede nei porti
di un’intera razza.

La guerra dei dieci anni è finita.
La chioma di Elena, una nuvola grigia.
Troia, un bianco accumulo di cenere
vicino al gocciolar del mare.

Il gocciolio si tende come le corde di un’arpa.
Un uomo con occhi annuvolati raccoglie la pioggia

e pizzica il primo verso dell’Odissea.

L’ASPRO SAPORE DEL MARE

Quella vela piegata dalla luce,
stanca d’isola,
una goletta che batte il Mar dei Caraibi

per ritornare, potrebbe essere Odisseo
diretto a casa attraverso l’Egeo:
quel desiderio di padre e marito,

sopra l’aspro livore della vecchiezza,
è come l’adultero che sente il nome di Nausica
in ogni grido di gabbiano.

E questo non assicura la pace. L’antica guerra
tra ossessione e responsabilità
non può finire ed è la stessa

per il naufrago e per chi sul lido
ora infila i piedi nei sandali per rientrare
da quando Troia ha spirato l'ultima fiamma

e il macigno del cieco ciclope ha alzato le acque
dalle cui ondate i grandiosi esametri giungono
alle conclusioni dell'esausta risacca.

I classici possono consolare. Ma non abbastanza.

venerdì, settembre 19, 2008

ZANZARE



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La vostra casa è infestata dalle zanzare? La vostra superficie corporea è ricoperta da fastidiose e pruriginose e purulente punture zanzaresche? Ebbene, rallegratevi: questo insettino, delle famiglia dei Culicidi, è innocuo! Il suo ronzio ci rallegra e ci concilia il sonno, specie quando con grande perizia ed audacia si avventurano nei padiglioni auricolari per raggiungere, e qui sostare, la tromba di Eustachio. Eppure non è così dappertutto. In Africa, in Asia e in sud America la puntura della zanzara può provocare la malaria, malattia che nel mondo provoca oltre un milione di morti ogni anno. La causa è un protozoo, il Plasmodium falciparium, un parassita che prima infetta la zanzara, poi lo stesso insetto si occupa di trasferirlo all’uomo. Questo parassita, una volta entrato nel corpo umano attacca il fegato,poi i globuli rossi, provocando gravi anemie, insufficienze renali e via dicendo. Forse però è stato trovato un rimedio. All’Università Johns Hopkins di Baltimora hanno creato una zanzara modificata geneticamente attraverso tecniche di ingegneria genetica. Questa zanzara è resistente al parassita che l’attaccava e quindi non veicola più l’infezione. Ancora, come è d’uopo, le sperimentazioni sono in corso. Davvero la nuova zanzara soppianterà quella già esistente? Oppure il parassita attuerà nuove strategie per resistere? Trasformerà le nuove zanzare modificate in esseri aggressivi, malvagi di dimensioni ciclopiche ed assetati di sangue, SANGUE UMANO! Secondo i ritrovamenti fossili, questi insetti malefici esistono fin dall’Oligocene, periodo geologico che va da 34 a 24 milioni di anni fa, e questa è una bella garanzia! Comunque sia, per chi va in viaggio nelle zone suddette si consiglia la profilassi antimalarica ed una robusta zanzariera, caso mai incontraste qualche insettone modificato!. Ora vi chiedereste: ed alla Penna, come fanno?
Gli astuti pennaioli nel corso di decenni hanno selezionato un comportamento a dir poco stupefacente. Hanno prodotto, con le loro mani, degli unguenti di cui si cospargono abbondantemente il corpo. Si tratta dell’estratto che insetti volanti, pelosi e dotati di pungiglione, riversano nei loro nidi. I suddetti pennaioli se ne impossessano e con questo si ricoprono il corpo completamente. Altri preferiscono bollire frutti raccolti nei boschi con molto zucchero, e strofinarselo da capo a piedi. Alle finestre reti da pollame. Alla sera, adagiatisi sul loro giaciglio, sono tosto ricoperti di formiche giganti, neppure un millimetro di pelle resta libero! Come potrebbe, anche la più famelica zanzara pungere il pennaiolo? Al mattino esso si alza e con fatica si libera dei formiconi: verranno buoni per la cena! Il misero corpo appare martoriato e devastato. I pennaioli se la ridoni felici: punte punture di zanzara!!!
Noi ci beviamo una vodka fatta con acqua che viene dalla Siberia, mai visto zanzare! Prosit Pronobis!!

lunedì, settembre 15, 2008

POLVERE






Nel dicembre del 1952 nella sola Londra morirono oltre 5000 persone per infezioni polmonari. Occomemai? Per via del riscaldamento! Tutti usavano il carbone nei loro caminetti e stufe provocando una sorte di cappa formata da polveri sottili (mica tanto) che tutto avvolgeva. Qualsiasi tipo di combustione produce queste micro particelle che entrano nei bronchi e nei bronchioli provocando ogni sorte di infiammazioni all’apparato respiratorio. Le particelle più piccole sono addirittura in grado di entrare nel circolo ematico e da li non vanno più via. Nell’atmosfera di corpuscoli vari ve ne sono a iosa calcedonio. Il riscaldamento globale del clima provoca un aumento dell’evaporazione dei Sali di sodio contenuti nei mari. Questo fa si che la condensazione delle nubi aumenti provocando meno tornadi ma assai più violenti. Eppoi le automobili si muovono grazie ad una combustione interna, i pneumatici si consumano e quella leggerissima polverina dove va a finire? Nell’aria che respiriamo!
Ci sono anche polveri di origine minerale, utilissime. Uno studio dell’Università Ebraica di Gerusalemme ha scoperto quanto una zona del Sahara sia importante per l’Amazzonia. Ogni anno 40 milioni di tonnellate di polvere, proveniente dalla depressione (e ci credo!) di Bodélé, vicino al lago Ciad, raggiungono l’America fertilizzando la foresta amazzonica povera di sostanze nutrienti in ispece quelle minerali. Non solo, la polvere proveniente dal deserto del Gobi, Mongolia, finisce nell’oceano pacifico e fertilizza le acque e quindi favorisce il fitoplancton. Insomma tra polveri sottili, polveri così-così e polveroni si calcola che nell’atmosfere viaggino tra 1000 e 3000 miliardi di tonnellate di polvere. Alla Penna non vogliono essere da meno: buttano rifiuti organici nell’asfittico rigagnolo che ivi passa. Presto scomparsa l’acqua la montagna di merda, grazie all’azione del vento, in polvere si trasforma ed è tosto dispersa nei dintorni, dove in stentati orti si coltivano fagioli. Ed il ciclo si chiude!
Che ne sarà di noi? Ci può salvare un single malt, chessò un Caol Ila di vent’anni da assaporare con un toscano antica riserva, ci aiuteranno a riflettere sul nostro futuro. Prosit Pronobis!

domenica, settembre 14, 2008

FUNAMBOLI



Il grande funambolo Philippe Petit ha scritto un libriccino, intitolato “Sguardi”. Si parla di mistica, di vertigini, di umiltà, di tenacia. Ed è quest’ultima dote che egli ritiene fondamentale nella sua ricerca dell’assoluto. La sua prima grande impresa a Notre Dame de Paris, nel 1971. Tese una corda tra le due torri e serenamente ne percorse la distanza avanti ed indietro, sopra una folla di curiosi volti tutti all’insù. Ahi, cervicali! Un massaggiatore cinese, che casualmente passava di là, divenne ricchissimo. Ma il sogno resta la passeggiata tra le Torri Gemelle. Dopo lunghi studi, il vento, le oscillazioni, gli ancoraggi…, nel 1974 si sente pronto. Sale di nascosto una torre e, con la complicità di alcuni amici, tende la corda. Deve fare in fretta: questo genere di gite tra le nuvole sono proibite. Cammina avanti ed indietro, qualcuno lo nota. La gente si ferma a guardare. Il traffico è paralizzato. La polizia interviene, non sa come fare a tirarlo giù. Il ricco cinese, diventato ormai suo amico, è presente! Ha tantissimo lavoro. Su questo personaggio (No, non il cinese) è stato girato anche un film: regista Robert Zemeckis.

Philippe, però non è solo. Astro nascente il cinese (No, non quello delle cervicali) Adili Wuxiuer, 36 anni. Alle spalle già molte imprese mirabolanti: attraversata su fune in pendenza da terra ad una vetta. Escursione Tra il monte Zhunong e Fumong ad oltre 4oo metri in condizioni meteorologiche allucinanti. Non poteva mancare l’attraversamento delle cascate del Niagara. Impresa già compiuta dal sig. Gravelet il 30 giugno del 1850, una volta anche con un suo amico comodamente assiso sulle sue spalle. Ora però ha preso una decisione decisiva: l’attraversamento dello stretto di Messina, 3 chilometri e 600 metri in circa un’ora, un’ora e mezza. Su entrambi i lati dello stretto vi sono due piloni una volta usati dall’ENEL, poi abbandonati a favore di cavi sottomarini, più sicuri ed indistruttibili, al contrario di quelli aerei.

L’altezza dal mare è di 200 metri. Adili ha già incominciato a studiare l’impresa che dovrebbe avvenire proprio in questo mese. Ne sarà tratto un film. Tutti al cinema!

Anche i Pennaioli non vogliono essere da meno e già da alcuni anni stanno studiando un’impresa che cancelli queste gite agresti da saltimbanchi. Ebbene, dopo una colletta durata alcuni anni, anno acquistato una gomena da traino per transatlantici. L’ardimento, l’astuzia e lo sprezzo del pericolo caratterizzano questi individui. Ebbene, la fune compie anche delle curve! Angoli retti, acuti e tanti ottusi. Dal parcheggio del villaggio si attraversa la strada. La fune è ben fermata al terreno con migliaia di chiodi Il folle che si cimenterà in questa impresa suicida che richiederà in tutto alcuni secondi, è già stato designato ma il suo nome viene tenuto segreto per evitare disperazione nelle famiglie del borghicciatolo. Per festeggiare questi uomini che tra nuvole e mare e montagne di poesia arricchiscono i nostri giorni terragni (vedi la fune pennaiola) stappiamo una bottiglia di CRYSTALL, almeno il tappo gli si avvicinerà! Prosit Pronobis!.