FRANCESCO GUCCINI
Chi ha assistito ad un concerto di Francesco Guccini sa che il cantautore è anche un grande conversatore, e che i suoi concerti sono in realtà degli spettacoli in cui le parole senza musica, completano le parole cantate.
Così, per delucidare ciò che le parole di Guccini evocano, non c'era commentatore più adatto dello stesso Guccini su un palco. Infatti decidere di recarsi al suo concerto del 9 marzo al Palasport di Firenze, è stata proprio una bella scelta di come passare un venerdì sera fra amici, perchè ci ha ancora una volta regalato bella musica. Dalla prima all’ ultima canzone il pubblico presente, caldo si distribuiva in tutto il palazzetto pronto a esserci e ancora a rabbrividire.
Affiora sempre il tema politico, il tema sociale, il tema religioso e morale, il tema della guerra e degli amori che essa comporta.
Lui dice di scrivere solo canzoni, c’è chi sostiene che siano poesie le sue, la domanda sempre da porsi è come abbia fatto a scriverne di così.
Le “poesie” di Guccini in concerto sono un amplificatore di emozioni, interpretate da quel Guccini impegnato, quello innamorato e il cabarettista scanzonato che ti strappa sorrisi dopo averti rubato un pezzo d’anima.
Ha aperto la serata con “ Canzone per una amica” e ha concluso il concerto con la scaletta per eccellenza: “Lettera”, “Eschimo”, “Cirano”, “Dio è morto”, “Aushwitz”, “La locomotiva”.
Pugni in alto e la folla impazzita a cantare con lui.
E’ sempre gratificante andare ad un concerto del genere e cantare insieme tutta la notte queste belle canzoni…fino ad ubriacare le stelle di note , fino ad essere commossi.
E anche questa volta non ci ha delusi, il fiasco di vino presente!
“… se c'è come voi dite un Dio nell'infinito
guardatevi nel cuore, l'avete già tradito
e voi materialisti, col vostro chiodo fisso
che Dio è morto e l'uomo è solo in questo abisso,
le verità cercate per terra, da maiali,
tenetevi le ghiande, lasciatemi le ali ;
tornate a casa nani, levatevi davanti,
per la mia rabbia enorme mi servono giganti.
Ai dogmi e ai pregiudizi da sempre non abbocco
e al fin della licenza io non perdono e tocco …” Cirano
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