COMPRENDERE
Per ben sopravvivere è necessario ben comprendere le azioni e le emozioni degli altri. Ma come si può fare tutto ciò? Si pensava che fossero i percorsi conoscitivi: l’osservazione dell’espressione, del movimento del corpo, il linguaggio gestuale. Addirittura esistono manuali di comportamento: come sedurre un uomo od una donna, come ottenere un lavoro, come avere prebende, e tutto basato su insegnamenti atti ad avere i giusti atteggiamenti e posizioni per arrivare al proprio scopo. Poi arrivò Giacomo Rizzolatti, professore all’Università di Parma. Non siamo osservatori passivi ma attivi, attivissimi! Dopo studi su animali arrivarono gli studi sugli uomini. Non sono le azioni simulate che leggiamo negli altri, ma le vediamo direttamente nel nostro cerebro! Insomma il buon Prof. Lazzaratti ha scoperto l’esistenza delle cellule a specchio. Dopo essere stati registrati i comportamenti degli altri si attivano nel nostro cervello rappresentazioni motorie o emotive che corrispondono a ciò che abbiamo visto. Capiamo quindi perché in noi una esperienza che già conosciamo si riaffaccia consentendoci di capire l’altra persona: possiamo quindi predire le sue intenzioni. Cosicchè questo “specchio” stravolge la concezione dell’”IO”, non interno a sé stante bensì una relazione continua con gli altri. Tant’è che ora si fa risalire ad una lesione genetica o congenita delle cellule a specchio per spiegare la sindrome dell’autismo che riguarda bambini incapaci di relazionarsi con gli altri. Ancora una volta scappa fuori il Darwin e l’evoluzione! Anche questa scoperta porta al concetto di adattamento, adattamento ad una società sempre più umana. In una società che vuole abolire le panchine, luogo privilegiato dell’osservazione, cosa si deve pensare? Viva le panchine, abbasso le poltrone! Con gli amici, guardandoci negli occhi, facciamo un brindisi. Un omaggio a Parma, un bottiglione di Lambrusco, speriamo piaccia al Prof.
Per una volta…. Prosit Pronobis!